Su di me

Mi chiamo Patrizia Danieli, classe 1980.

Dopo il diploma di liceo artistico, nel 2004 mi laureo in Scienze dell’educazione.

Ho sempre amato la pedagogia ma anche l’arte nelle sue diverse forme, così ho conseguito specializzazioni con corsi di perfezionamento e master in educazione alla teatralità.

Per me il teatro è una cipolla: contiene più arti e le tiene insieme, per questo l’ho inseguito fin da giovanissima.

Ho studiato due anni presso la scuola Attori crocevie di culture e seguito numerosi corsi e seminari sul Teatro dell’Oppresso, sulla formazione presso la scuola Paolo Grassi e sul canto vivo nel lavoro dell’attore.

Ho condotto laboratori teatrali presso le comunità terapeutiche per tossicodipendenti, con bambini e con adolescenti per l’associazione “Raccontiamo l’adozione”.

Ho condotto laboratori teatrali annuali per adulti svolgendo parallelamente l’attività di educatrice, in comunità, in Case di Riposo per anziani, a scuola e con minori (ADS).

Nel 2017 mi sono laureata in scienze della formazione primaria.

Diversi anni prima pensavo a uno spettacolo sulle biografie di donne e quello studio è stato un trampolino di lancio per pensare alla pedagogia di genere. Grazie a incontri, ricerche e studi, è nato nel 2020 il libro che contiene anche la descrizione dei progetti citati, due dei quali apparsi sulla rivista Pedagogika.it

Oggi insegno nella scuola primaria. Mi piace stimolare a creare con le mani e farlo a mia volta. Mi piace immaginare mondi possibili e vorrei che la mia formazione potesse essere utile a chi non si abitua al “già noto” e trova entusiasmo nel porsi delle domande.

Non per trovare risposte insieme, ma per costruire un sapere, una cultura della parzialità, una ricerca che sa essere aperta al cambiamento, per costruire, questo sì, insieme, nuove narrazioni.

Lo faccio con gli strumenti che coltivo da sempre, la pedagogia e nello specifico la pedagogia di genere e l’educazione alla teatralità.